Il foulard bianco di Francesca

“Dormivo e sognavo che la vita era gioia. Mi svegliai e vidi che la vita era servizio. Volli servire e vidi che servire era gioia”.

Tagore

Il 10 agosto 2003 sono entrata a far parte della Comunità Foulard Blancs, solo da allora e non prima. Diventare F.B. per me è stata una decisione sentita e non dovuta, infatti dopo tre anni di servizio a Lourdes puoi chiedere di entrare nella Comunità F.B. Io, invece, ho chiesto di entrarci dopo otto anni di servizio perché prima ho voluto darmi delle risposte e soprattutto perché pensavo che non fosse necessario avere un fazzolettone bianco al collo per fare servizio a Lourdes, e non solo: pensavo che il mio fare servizio, il mio donarmi, regalare un sorriso o tendere una mano non cambiava e non aveva un “gusto” diverso con il fazzolettone bianco al collo.

Andai a Lourdes per la prima volta con il noviziato Satyagrhaa del Pa 3 (di cui facevo parte): abbiamo camminato tanto sui Pirenei prima di arrivare a Lourdes, dove abbiamo fatto servizio per il resto della Route. Lourdes, luogo magico e incantevole; una città strana: la città della sofferenza e della pace dove l’ammalato è padrone e il sano è il servitore. Una città in cui le grandi cancellate delimitano l’eccessiva esposizione di un commercio che si estende a perdita d’occhio, dove si respira una strana atmosfera da fiera, una fiera che non finisce mai e regna in tutte le vie, sino a davanti l’inferriata, ma oltrepassandola tutto ciò scompare di colpo: cessate le grandi manifestazioni soltanto la preghiera rompe il silenzio e soltanto il sorriso degli ammalati illumina l’Esplanade, i luoghi adiacenti e le Basiliche.

Così ho continuato a fare servizio in città, sul treno e a Lourdes, anche senza il mio clan, come scolta, come capo; ma questo non cambiava l’amore con cui facevo servizio, non cambiava il modo di fare servizio.

Sono tornata a Lourdes l’anno successivo e poi ancora l’anno dopo e poi ancora, anno dopo anno, vivendo una nuova esperienza, sempre diversa, perché “vivere” il pellegrinaggio non è mai monotono. Sì, il tragitto è sempre lo stesso, i luoghi pure, così come le celebrazioni e le attività, ma Lourdes è fatta di persone, di vite, di esperienze, di emozioni che ti caricano, ti riempiono, ti colmano. Ed ogni anno, ogni pellegrinaggio è un’esperienza nuova: unica e irripetibile.

Poi è arrivato il momento, l’anno delle grandi scelte e con le altre, anche quella di entrare nella Comunità F.B., sì, perché anche questa è una scelta.

Dapprima novizia e, come da regolamento, il cammino è durato tre anni. E’ stato questo periodo molto importante e solido perché è vero che il modo di fare servizio non cambia, ma ho capito che essere un F.B. è una testimonianza; non è modo per dire agli altri che fai qualcosa in più ma sei testimone di una scelta che può anche “aiutare” e dare sicurezza a chi ti sta accanto. E ancora: i “fazzoletti bianchi” a Lourdes sono subito evidenti, significano qualcosa e devono essere sempre pronti: possono essere utili in un cordone, in un servizio d’ordine, per dare informazioni, per accompagnare un ammalato (anche se non appartiene al proprio pellegrinaggio, anche se parla una lingua diversa). Devono avere il coraggio di piccoli gesti di servizio e di accoglienza, soprattutto verso i “diversi” e i “malati”, devono essere capaci di servire senza cercare scuse, devono essere disponibili al di là di tutti i contrattempi e i disagi. Questa consapevolezza mi ha permesso di “fare un altro passo”, consistente, di consolidare la mia scelta: il 5 agosto 2005 ho rinnovato la mia promessa scout a Lourdes, promettendo anche di servire i malati e i giovani a Lourdes ed ovunque nello spirito dell’Hospitalitè Notre Dame de Lourdes.

Proprio così: sono diventata titolare!!!

“Da piccola”, durante i pellegrinaggi, partecipavo alla “cerimonia delle promesse” e credevo fosse qualcosa troppo lontano da me, che non mi appartenesse, e invece … il tempo, la scelta, la consapevolezza, l’imparare a donare, a donarsi, hanno coinvolto pure me!!

Che emozione quella sera, oltre la prateria, immersa nel verde e circondata dal “mistero”, dove la musica del Gave ha fatto da sottofondo alla cerimonia.

Ho scelto di rinnovare la mia promessa con Luciano, già F.B, titolare, un segno per potergli dire grazie: credo nella testimonianza e lui è per me, continuamente sin dal 1994, un punto di riferimento, è stato una guida nella scelta. Ed è stato proprio lui a mettermi al collo un fazzolettone, quello nuovo, con il trigramma, quello che contraddistingue i titolari. Ma se mi volto indietro, se ripercorro la strada, adesso, l’unica differenza è la certezza, sicura e consapevole, della scelta fatta.

E per questo il mio grazie è anche per tutte le persone che in questi anni sono saliti sul treno e per tutte quelle persone che, anno dopo anno, con il loro impegno, “costruiscono” un pezzo del pellegrinaggio permettendo così, mettendo insieme i pezzi, di realizzare sempre un grande sogno!!!

Francesca De Leo, foulard bianco titolare

Giugno 2007